Il Premio Sakharov 2021 (visto da noi)  

20.12.2021

LA STORIA DEL PREMIO 

di Ida Palazzo

Tra i vari impegni legislativi ed istituzionali,  il Parlamento Europeo è anche costantemente impegnato nella lotta per i diritti umani. 

Annualmente il Parlamento Europeo conferisce quattro premi in riconoscimento dell'eccellenza nell'ambito dei diritti umani, cinema, progetti per la gioventù, senso civico. Sono onorificenze significative volte a riconoscere il lavoro di persone ed organizzazioni impegnate quotidianamente a rendere migliore il mondo in cui viviamo. 

Uno di questi è il premio Sakharov, istituito nel 1988 a favore di persone o organizzazioni che hanno dedicato la loro vita, spesso rischiando di perderla, alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali. L'Unione europea sostiene così i vincitori e al contempo prende apertamente posizione nei confronti di politiche scorrette e vergognose, che hanno condotto alla persecuzione degli stessi attivisti.

Daria figlia di Navalny, riceve il premio Sakharov per il padre, attualmente in carcere come dissidente politico del regime di Putin
Daria figlia di Navalny, riceve il premio Sakharov per il padre, attualmente in carcere come dissidente politico del regime di Putin

Nel corso della sua storia il "Sakharov" è stato conferito a leader politici, dissidenti, giornalisti, attivisti, scrittori, giovani donne e alle stesse Nazioni Unite. Molti dei vincitori hanno ricevuto anche il Nobel per la pace come Nelson Mandela e Malala Yousafzai.

In genere viene consegnato a Strasburgo, in una data prossima al 10 dicembre, in ricordo del giorno della firma della dichiarazione dei diritti umani universali.

Il premio è intitolato ad Andrej Dmitrievič Sakharov, scienziato sovietico, vincitore del premio Nobel per la pace nel 1975 per il suo impegno in favore dei diritti civili. Considerato perciò un dissidente, fu perseguitato poiché ritenuto un pericolo per la stabilità dell'Unione Sovietica.



LE MOTIVAZIONI

Il premio è conferito per "aver promosso un pensiero intellettuale o azioni dirette alla difesa dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali, dei diritti d'espressione, dei diritti delle minoranze, dei diritti internazionali ed essere stati stimolo allo sviluppo della democrazia e affermazione dello stato di diritto".

COME FUNZIONA IL PREMIO SAKHAROV

Le candidature sono promosse da gruppi di eurodeputati (almeno 40), ogni gruppo esprime una sola candidatura firmata e motivata. Il vincitore riceve un premio in denaro di 50.000 euro.

Il 2021

Nel 2020 a ricevere il premio è stata l'opposizione democratica bielorussa, rappresentata dal consiglio di coordinamento, composta da donne coraggiose, figure della società politica e civile.

Quest'anno il Sakharov è stato assegnato all'attivista e leader politico russo Aleksej Naval'nyj per aver condotto una campagna contro la corruzione del regime di Vladimir Putin, presidente della federazione Russa dal 7 maggio 2012 e contro il suo governo. Naval'nyj ha contribuito a denunciare gli abusi interni, riuscendo a mobilitare milioni di persone che hanno condiviso la sua protesta.

Naval'nyj è in carcere dal gennaio del 2021 in una colonia penale di sicurezza proprio per la sua opposizione al regime. Nel corso degli anni è stato perseguitato e addirittura avvelenato. Nel marzo del 2021 ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la mancanza di accesso alle cure mediche. Nel giugno 2021 il tribunale russo ha ritenuto Alexej Naval'nyj un estremista pericoloso.

Sua figlia Daria Navalnaya, che ha ritirato il premio dal Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, si sposta in tutto il mondo per far conoscere l'impegno e la vicenda umana e giudiziaria di suo padre, facendosi portavoce dei suoi discorsi e delle sue idee.

Gli Ambasciatori Junior ascoltano il discorso di Daria Navalnaya in occasione del premio a suo padre, in carcere come dissidente politico del regime di Putin
Gli Ambasciatori Junior ascoltano il discorso di Daria Navalnaya in occasione del premio a suo padre, in carcere come dissidente politico del regime di Putin

Noi Ambasciatori junior dell'I.I.S. "Gobetti - De Libero" abbiamo seguito l'evento in diretta streaming: è stato un momento forte ed intenso.

Abbiamo capito quanto sia stato emblematico il fatto che il Parlamento Europeo abbia conferito il premio a Alexei Naval'nyj. Le toccanti parole di Daria ci hanno fatto comprendere che certi valori, ormai per noi acquisiti e scontati, per alcuni paesi sono ancora da conquistare con lotte, impegno e spesso con enormi sacrifici personali.


IL CONFRONTO POLITICO CHE HA PRECEDUTO IL PREMIO SAKHAROV

di Beatrice Cicalese e Michele Paonessa

Momento di alta formazione civica è stato per noi l'ascolto del dibattito, che ha preceduto la consegna del Premio Sakharov 2021, poiché da esso è emerso chiaramente il significato politico dell'assegnazione del premio a Naval'nyj, "oppositore" di quello che il presidente Sassoli ha definito "il regime di Putin". L'UE non fa sconti a nessuno quando sono in gioco i diritti umani.

Nel dibattito è intervenuto, tra gli altri, il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, il quale, pur ricordando il coraggio e la determinazione con cui Naval'nyj ha denunciato la corruzione e gli abusi interni al sistema russo e ribadito la posizione netta dell'Europa sulla vicenda, ha però sottolineato che l'Europa non deve interrompere il precario dialogo con la Russia di Putin, soprattutto quando si tratta di temi quali i cambiamenti climatici, il possibile ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea, la politica energetica (infatti circa il 30% delle importazioni europee di petrolio, e circa il 45% di quelle di gas, provengono dalla Russia, che esporta in Europa intorno i 2/3 della produzione di gas naturale), la democrazia ed il rispetto dei diritti umani.

In seguito all'ascolto dei vari interventi una domanda è nata spontanea: perché assegnare il premio a Navalny, considerate le tensioni tra UE e Russia e la rilevanza degli altri due finalisti del premio in termini di diritti umani?


Quest'anno, tra i finalisti del premio, c'era un collettivo di donne afghane, le quali dopo la riconquista del potere in Afghanistan da parte delle milizie islamiche dei talebani, hanno perso quei diritti e quelle libertà, che erano riuscite a conquistare con molta difficoltà. L'Eurodeputata Anna Bonfrisco, ha voluto ricordare proprio questo: "la violenza nei confronti delle donne, da parte del regime dei talebani, vuol dire, per esempio, essere frustate per essere state scoperti ad ascoltare musica, vuol dire non potersi recare a scuola, non poter lavorare, praticamente non poter esistere." Dunque questa è una questione che deve essere affrontata subito dall'Europa, assumendo una posizione chiara: il premio Sakharov poteva essere l'occasione giusta.

Anche le donne afghane erano candidate al premio Sakharov 2021
Anche le donne afghane erano candidate al premio Sakharov 2021

Lo scorso anno il premio è stato assegnato all'opposizione democratica in Bielorussia, piuttosto che accendere i riflettori sugli attivisti del Guapinol, paese con il maggior numero di ambientalisti assassinati, anche loro finalisti. Ancora una volta si è ritenuto opportuno guardare alle vicende legate all'universo russo? O forse semplicemente si preferisce non entrare in modo diretto in questioni che potrebbero scatenare dei conflitti? Com'è stato ribadito dall'Eurodeputato Miguel Urbán il conferimento del premio Sakharov accende i riflettori sui specifici casi.

Emma Bonino interviene nel dibattito che ha preceduto il premio Sakharov
Emma Bonino interviene nel dibattito che ha preceduto il premio Sakharov

Come ha sottolineato, infine, con la sua tipica schiettezza e pregnanza Emma Bonino, leader storica del Partito Radicale, già deputata e commissaria europea e delegata all'ONU per l'abolizione della pena di morte, il Premio Sakharov deve sempre di più rappresentare un monito ed un pungolo costante a fare sempre di più nella direzione della tutela dei diritti umani e con sempre maggior coraggio politico.

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