Il Consiglio dell'Unione Europea
Il Consiglio dell'Unione è un importante organo decisionale dell'UE ed è l'istituzione che rappresenta i governi degli Stati membri; esso è composto da un ministro competente, a seconda della materia trattata, per Stato membro (in totale 27 ministri). Ad esempio, se la tematica su cui deliberare è di politica agricola comune, il Consiglio sarà composto dai ministri dell'Agricoltura.
La sua sede è a Bruxelles tuttavia nei mesi di aprile, giugno e ottobre le riunioni si svolgono in Lussemburgo. Le riunioni sono convocate e presiedute a turno per sei mesi dagli Stati membri secondo un ordine paritario stabilito dal Consiglio stesso. Fa eccezione la presidenza relativa al Consiglio affari esteri che compete all'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Il Consiglio si riunisce nelle seguenti formazioni nel cui ambito si incontrano i rispettivi ministri degli Stati membri:
affari generali;
affari esteri;
affari economici e finanziari (cosiddetto, Ecofin);
giustizia e affari interni;
occupazione, politica sociale, sanità e consumatori;
competitività;
trasporti, telecomunicazioni ed energia;
agricoltura e pesca;
ambiente;
istruzione, gioventù e cultura;
Le attività del Consiglio sono preparate dal comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri (Coreper). Ai fini della preparazione delle attività del Consiglio, il Coreper potrebbe istituire gruppi di lavoro o comitati.
Le responsabilità principali del Consiglio sono le seguenti:
condividere con il Parlamento il potere legislativo; sotto forma di regolamenti e direttive, e all'elaborazione di decisioni e di raccomandazioni non vincolanti
coordinare le politiche economiche degli Stati membri;
concludere accordi internazionali tra l'Unione e uno o più Stati (oppure con organizzazioni internazionali);
stabilire il bilancio dell'Unione Europea insieme al Parlamento;
definire la politica estera e di sicurezza comune dell'U.E. sulla base degli orientamenti dati dal Consiglio europeo;
coordinare la cooperazione tra le autorità giudiziarie e le forze di polizia nazione in materia penale.
Nella maggioranza dei casi, le decisioni del Consiglio, basate sulle proposte presentate dalla Commissione, sono assunte congiuntamente con il Parlamento europeo, sotto forma di regolamenti e direttive (1). Può anche elaborare decisioni e raccomandazioni non vincolanti. A seconda dell'oggetto, il Consiglio decide per maggioranza semplice, qualificata o unanime.
(1) Approfondimenti sugli atti giuridici dell'U.E.
L'Unione europea si fonda sul principio dello Stato di diritto. Ciò significa che tutte le azioni intraprese dall'UE si basano su trattati approvati liberamente e democraticamente da tutti i paesi membri. Se, ad esempio, un settore non è menzionato in un trattato, la Commissione non può avanzare proposte legislative in quel settore.
I Trattati sono accordi vincolanti tra i paesi membri dell'UE e definiscono gli obiettivi dell'Unione, le regole di funzionamento delle istituzioni europee, le procedure per l'adozione delle decisioni e le relazioni tra l'UE e i suoi paesi membri.
I trattati vengono modificati per ragioni diverse: rendere l'UE più efficiente e trasparente, preparare l'adesione di nuovi paesi ed estendere la cooperazione a nuovi settori, come la moneta unica.
I trattati sono negoziati e concordati da tutti i paesi dell'UE e poi ratificati dai rispettivi parlamenti e talvolta a seguito di un referendum.
Per realizzare gli obiettivi stabiliti nei trattati, l'UE adotta diversi tipi di atti legislativi:
Regolamenti: sono atti legislativi vincolanti. Devono essere applicati in tutti i suoi elementi nell'intera Unione europea. Ad esempio, quando l'Unione ha deciso che dovevano esservi garanzie comuni sui beni importati dall'esterno dell'UE, il Consiglio ha adottato un regolamento.
Direttive: sono atti legislativi che stabiliscono un obiettivo che tutti i paesi dell'UE devono realizzare. Le direttive impongono ai paesi dell'UE di conseguire determinati risultati, lasciando tuttavia la libertà di scegliere come realizzarli. Gli Stati membri devono adottare le misure necessarie per recepire le direttive nell'ordinamento nazionale e conseguire gli obiettivi stabiliti. Le autorità nazionali devono comunicare tali misure alla Commissione europea.
Il recepimento nella legislazione nazionale deve avvenire entro il termine fissato quando la direttiva viene adottata (generalmente entro 2 anni). Quando un paese non recepisce correttamente una direttiva, la Commissione può avviare un procedimento d'infrazione.
Decisioni: sono vincolanti per i suoi destinatari (ad esempio un paese dell'UE o una singola impresa) e sono direttamente applicabili. Ad esempio, la Commissione ha adottato una decisione sulla partecipazione dell'UE alle attività di varie organizzazioni impegnate nella lotta al terrorismo: la decisione si riferiva unicamente a tali organizzazioni.
La parte interessata deve essere informata e la decisione entra in vigore a seguito della notifica. Le decisioni non devono essere recepite nella legislazione nazionale.
Raccomandazioni: non sono vincolanti e consentono alle istituzioni europee di rendere note le loro posizioni e di suggerire linee di azione senza imporre obblighi giuridici a carico dei destinatari.
Pareri: permettono alle istituzioni europee di esprimere la loro posizione, formulando una dichiarazione, senza imporre obblighi giuridici ai destinatari. Un parere non è vincolante. Può essere emesso dalle principali istituzioni dell'UE (Commissione, Consiglio, Parlamento), dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale europeo. Durante il processo legislativo, i comitati emettono pareri che riflettono il loro specifico punto di vista, regionale o economico e sociale. .